Mappa:
San Severino Marche,
(provincia di Macerata) si trova nell'entroterra marchigiano a circa 50 km
dalla costa adriatica.
Altezza s.l.m.: 235
m
Superficie: 194 kmq
Scorci di paese:
Storia
di San Severino
Iniziative locali:
Il
Settempedano
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L'importanza strategica delle Marche nella
lotta tra il Papato e l'Impero favori' la crescita e lo sviluppo della citta'
che si destreggio' abilmente tra i due contendenti e riusci' anche, grazie
alla capacita' dei condottieri militari della famiglia sanseverinate degli
Smeducci della Scala, a non subire invasioni e danni di guerra. Tra il
Trecento e il Quattrocento la citta' raggiunse la sua massima espansione sia
sul piano economico sia sul piano culturale. Essa appariva come un grande
cantiere edile. La costruzione dei portici nella grande piazza ovale ebbe
inizio nel 1360 e dalle "Riformanze conciliari" del Comune di San Severino
risulta che i lavori proseguirono a piu' riprese fino al 1504 e che ogni
proprietario era obbligato ad allineare le proprie costruzioni a quelle
vicine e, soprattutto, a mantenere nel piano terra un portico che
permettesse un percorso coperto lungo tutto il perimetro della piazza. Allo
stesso periodo risalgono la costruzione di numerosi "ospedali" adibiti anche
al ricovero di pellegrini senza fissa dimora e la costruzione di strade.
Molti monasteri trasferirono le loro sedi entro le mura; furono anche
ampliati e restaurati i complessi conventuali piu' importanti, San Lorenzo
in Doliolo e Sant'Agostino. Questo fu anche il momento piu' ricco della
cultura artistica sanseverinate, legato soprattutto al nome dei Salimbeni e
alle loro numerose opere lasciate a San Severino nei primi anni del
Quattrocento. Alla produzione pittorica corrispose anche un ricco
artigianato che rappresento' l'espressione di una vera e propria cultura
locale e che rimase vitale per alcuni secoli. Tra la fine del Cinquecento ed
il Seicento si verifico' in San Severino il momento di maggior spaesamento
culturale in quanto la capitale pontificia dominava la cultura locale.
Esaurito l'ampio sforzo edilizio entro il sec. XVI, gli interventi
successivi hanno piuttosto interessato la demolizione di edifici di piccole
dimensioni per far posto all'ampliamento e alla nuova costruzione di palazzi
aristocratici soprattutto intorno alla "platea mercati" e lungo le attuali
vie Cesare Battisti e Salimbeni. Segui' per tutto il sec. XVII un
impoverimento della produzione culturale autonoma mentre dal punto di vista
economico si realizzo' un consolidamento della ricchezza della citta'. Nel
Settecento si verifico' la concentrazione a valle delle istituzioni civili e
religiose. Il processo fu per molto lento, soprattutto in virtu' delle
resistenze di carattere psicologico che ancoravano i valori delle tradizioni
civili ai luoghi deputati sul Monte Nero; solo in pieno Settecento si
realizzo' l'unita' di tutte le funzioni nella citta' bassa, con la
ricostruzione a valle del Palazzo Apostolico e del Palazzo Pubblico.
Tuttavia i rapporti proporzionali tra i grandi edifici non furono
sostanzialmente mutati e si continuo' ad usare il materiale edilizio
tradizionale: il mattone a vista con le mostre in pietra; gli edifici minori
si saldarono gli uni agli altri, interrotti solo dalla maglia ortogonale
delle strette vie. Per piu' di due secoli la struttura e l'immagine urbana
rimasero sostanzialmente costanti fino all'intervento, nel sec. XIX,
dell'architetto Ireneo Aleandri che interesso' non tanto il tessuto viario
quanto la qualita' dell'immagine della citta', di cui non intacco'
sostanzialmente l'omogeneita' complessiva, anzi ne esalto' i luoghi
emergenti, qualificando l'andamento fusiforme della piazza con interventi
alle due estremita' occidentale ed orientale, la Torre dell'Orologio e la
facciata del palazzo Margarucci. Il rifacimento del teatro Feronia, il
restauro di alcune chiese, il cimitero monumentale in stile dorico sono
cosi' omogenei e cosi' ben dosati da conferire alla San Severino di meta'
Ottocento un aspetto di finitezza formale e compattezza di grande efficacia.
Determinanti per il successivo sviluppo urbanistico della citta' sono state
la realizzazione del Giardino Pubblico (1873), della Stazione Ferroviaria
(1886) e la creazione di un nuovo asse viario, immediatamente esterno alle
mura, che metteva in comunicazione diretta i due ponti sul Potenza (quello
di S. Antonio a monte e quello di Borgo Fontenuova a valle) per consentire
un migliore accesso alle industrie sorte vicino al ponte di S. Antonio ed al
vecchio polo produttivo di Borgo Conce. Il grosso aumento della popolazione,
verificatosi dal 1951 al 1965, si e' concentrato, quasi per intero, nelle
zone di nuova espansione, mentre il nucleo antico ha perso consistenza
numerica. Ci si trova quindi in presenza di due fenomeni altrettanto
rilevanti: uno, di urbanizzazione di nuove aree, dovuto al rapido incremento
della popolazione, L'altro, di fuga dalle parti piu' degradate del centro
storico. Quanto alla struttura fisica della citta', essa e' caratterizzata
oggi dalla presenza compatta del nucleo storico, che accoglie funzioni
residenziali, amministrative, commerciali e pertanto svolge ancora un ruolo
primario nell'organizzazione urbana. Alcuni limiti di carattere naturale, il
corso del fiume Potenza, i pendii scoscesi, il tracciato della ferrovia
hanno orientato verso est lo sviluppo della citta' che si e' concretizzato
in tre grandi espansioni: la prima, quella del rione Mazzini, la successiva,
quella del rione di Contro, al di la' del fiume Potenza, la terza ed ultima,
quella del rione Settempeda, nell'area tra il fiume Potenza e la SS 361.
L'area industriale e' stata localizzata ancora piu' ad est, lungo il
principale asse di comunicazione viaria (SS 361), in localita' Taccoli. |