|
Da sempre l'Amministrazione comunale di Tolentino, Città insignita della Medaglia d'argento al Valore Militare e Medaglia d'argento al Valore Civile per il contributo dato alla causa della libertà, ha compiuto ogni sforzo per tenere vivo il ricordo di coloro che hanno dato la vita per quegli ideali e per sensibilizzare i cittadini e in particolare le giovani generazioni alla conservazione e all'attuazione dei valori che quelle esperienze storiche ci hanno trasmesso. In questo contesto si inquadrano le numerose iniziative promosse, in collaborazione con la locale sezione dell'ANPI, per la commemorazione dei Martiri di Montalto, per il Giorno della Memoria (27 gennaio) e la Giornata del Ricordo (10 febbraio), istituite con leggi dello Stato per ricordare, rispettivamente, la Shoah e i martiri delle foibe. Per l'anno 2012 l'ANPI di Tolentino ha presentato al Comune un programma di manifestazioni per tali ricorrenze e la Giunta municipale ha deliberato un atto di indirizzo, aderendo alle proposte presentate, compatibilmente con le disponibilità finanziarie del Bilancio 2012, stanziando 7 mila euro. Per il Giorno della Memoria e la Giornata del Ricordo l'ANPI ha proposto un progetto, denominato “Storia della deportazione da Fiastra a Fossoli e Bolzano Gries sulla strada di Auschwitz”, che si articola nel periodo dal 24 gennaio - 4 febbraio 2012 secondo il seguente programma: 24 gennaio 2012, Sala Convegni dell' Abbadia di Fiastra: Giornata di studio sul tema “Storia della deportazione da Fiastra a Fossoli”, rivolto agli istituti scolastici della Provincia di Macerata; 24 gennaio – 4 febbraio 2012, Abbadia di Fiastra: Mostra “La corrispondenza epistolare nel campo di Bolzano, 1944-1945”; 27 gennaio – 4 febbraio 2012, Tolentino, sede da definirsi: Mostra “Il tema della prigionia nelle opere tardive di Marian Kolodzie” ata da definirsi: viaggio delle delegazioni studentesche (Consulta degli studenti, Consiglio comunale dei ragazzi) dei Comuni di Tolentino, Matelica, San Severino, Esanatoglia, Cingoli presso: Museo del deportato di Carpi (MO), Campi di Fossoli (Carpi, MO) e di Bolzano-Gries, Foiba di Basovizza (TS). Il progetto prevede anche: la Mostra “Il tema della prigionia nelle opere tardive di Marian Kolodziej”. La collezione, attualmente in possesso del Comune di Nova Milanese (MI), è composta da 67 riproduzioni in digitale dei disegni originali di Kolodziej, esposti permanentemente nel Centro Missionario Padre Massimiliano Kolbe sito a Harmenze-Oswiecim (Polonia). Marian Kolodziej, polacco, classe 1921, arrestato per motivi politici dopo l'occupazione nazista, è stato tra i primi deportati nel Lager di Oswiecim (Auschwitz 1) nel 1940. Liberato dall'esercito americano dopo cinque anni trascorsi nei lager di Gross-Rosen, Buchenwald, Dora, Sachsenhausen e Mauthausen, nel dopoguerra diventa un affermato artista e scenografo. Affronta pubblicamente il tema della prigionia solo nel 1993 quando, colpito da una grave malattia, per riabilitare la mano inizia a creare «The Labyrinths», serie di disegni sulle sue esperienze nei lager. Kolodziej è morto nel 2009. Collaborazioni: Comune di Nova Milanese (MI), Comunità Ebraica di Ancona.
Viaggio a Carpi (MO), Bolzano e Basovizza (Trieste). Trasferta di due giorni nelle località indicate con visite al Museo del Deportato di Carpi, ai Campi di Fossoli e di Bolzano-Gries e alla Foiba di Basovizza. Il viaggio è rivolto alle delegazioni di studenti dei Comuni di Tolentino, Matelica, San Severino, Esanatoglia e Cingoli e relativi accompagnatori. Il museo di Carpi è stato ideato da un gruppo di famosi architetti milanesi, con l’intento di creare un monumento alla deportazione nel mondo. Contiene numerosi oggetti e testimonianze dei lager, insieme ad opere di artisti famosi. Il campo di Fossoli, allestito nel 1942 come campo di prigionia, fu successivamente utilizzato dalla Repubblica Sociale Italiana e quindi direttamente dalle SS come principale campo di concentramento e transito per la deportazione in Germania di ebrei e oppositori politici. Nel dopoguerra vi furono internati prigionieri dello sconfitto regime, fu inoltre usato per campo profughi. La foiba di Basovizza è un profondo pozzo minerario nel quale, secondo la versione accettata dalla quasi totalità degli storici, nel maggio 1945 venne occultato un numero imprecisato di cadaveri di prigionieri, militari e civili trucidati dall'esercito e dai partigiani jugoslavi. Nel 1992 il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro ha dichiarato il pozzo minerario, poi definito foiba, di Basovizza monumento nazionale. Il 10 febbraio 2007 dopo una serie di lavori di recupero e di restauro, è stato ufficialmente inaugurato il nuovo sacrario in onore dei martiri delle foibe. Collaborazioni: Comuni di Matelica, San Severino, Esanatoglia, Cingoli, Carpi, Bolzano, Fondazione di Fossoli.
Commemorazione Martiri di Montalto 2012 (22/25 marzo 2012) Il programma delle manifestazioni segue una tradizione, consolidata negli anni, che prevede incontri degli ex partigiani nelle scuole di ogni ordine e grado nelle giornate di giovedì, venerdì e sabato e la cerimonia principale la domenica, in piazza della Libertà. La proposta dell'ANPI è di inserire, nella giornata di sabato 24 marzo (al mattino per le scuole e alla sera per il pubblico), la rappresentazione dello spettacolo teatrale “E' bello vivere liberi!”, di Marta Cuscunà, ispirato alla biografia di Ondina Peteani, prima staffetta partigiana d’Italia. Marta Cuscunà è considerata una delle migliori rivelazioni del teatro contemporaneo degli ultimi anni con questo fortunato spettacolo, vincitore del Premio Scenario per Ustica 2009, dove l'artista recita da sola con il supporto di burattini e pupazzi. Lo spettacolo si ispira alla biografia di Ondina Peteani scritta dalla storica Anna Di Giannantonio. Ondina Peteani (Trieste, 26 aprile 1925 – 3 gennaio 2003) è stata un'operaia e partigiana italiana, nota in quanto è considerata la prima staffetta a servire i combattenti della lotta di liberazione. Entrata appena diciottenne nel Movimento di liberazione, fu arrestata nel 1944 e deportata ad Auschwitz. Successivamente trasferita al campo di Ravensbrück e poi assegnata ai lavori forzati in una fabbrica di Eberswalde, presso Berlino, continuò la sua lotta con atti di sabotaggio del ciclo produttivo. Riuscì a fuggire durante una marcia di trasferimento e a tornare a Trieste alla vigilia della fine della guerra.
Comunicato Stampa
Torna all'elenco delle news>>>
|