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L’accordo di programma tra Ministero dell’Istruzione, Provincia di Macerata, Università di Camerino e Macerata, finalizzato ad una prima integrazione funzionale tra i due atenei, rappresenta un importante passo in avanti nella direzione da più parti auspicata dell’innovazione del sistema universitario e del suo rapporto con il territorio.
I contenuti della bozza d’accordo illustrata oggi nell’ambito delle Commissioni I e IV riunite alla presenza dei rettori Esposito e Sani sono apprezzabili sia per quanto riguarda la prospettata condivisione di servizi e di funzioni supporto, sia per la prevista riorganizzazione dell’offerta formativa, che cerca di superare duplicazioni e corsi non sostenibili, non escludendo interventi sulle sedi distaccate e sulla ricerca.
Queste scelte, che certamente hanno un valore in sé, cercano tuttavia di riparare al danno prodotto dalla politica di tagli inaugurata dall’attuale Governo che, attraverso la decurtazione del fondo di finanziamento ordinario, sta rendendo impossibile a molti atenei, già nel corrente anno, persino pagare gli stipendi del personale, in un quadro che vede il nostro Paese essere la cenerentola in Europa per investimenti sul sistema universitario e della ricerca.
Nella definizione dell’accordo colpisce, tuttavia, l’assenza di coinvolgimento della Regione Marche, che avrebbe dovuto essere chiamata ad intervenire già nella fase di redazione e condivisione dei contenuti. Il rispetto ed il coinvolgimento dell’intera filiera istituzionale avrebbe sicuramente dato maggior forza e maggiori opportunità di sviluppo alle azioni che andranno messe in campo e alla prospettiva di un sistema universitario integrato che guarda al sud della regione.
Non averlo fatto rappresenta un errore ed una carenza di regia istituzionale, che sarebbe auspicabile superare quanto prima per la bontà del progetto.
Comunicato Stampa
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