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Camerino,teatro Marchetti, alle 21,30, martedì 20 luglio 2004
PLATERO Y YO

L'opera del poeta spagnolo Juan Ramón Jiménez , premio Nobel per la letteratura, è dedicata alla storia dell'amicizia tra Platero - un asino -, e il poeta.
È un poema scritto in prosa, un componimento che evoca un mondo agreste in bilico tra fantasia e realtà, sullo sfondo del paesaggio andaluso. Il poeta fa riferimento alla vita e ai sentimenti dell'asino, per conoscere e riflettere sulla natura e sul mondo degli uomini. In piccoli quadri, egli narra l'esistenza di Platero che, con il poeta, ripercorre le strade di Moguer - i luoghi della giovinezza di Jiménez - aiutandolo a ritrovare in questo viaggio il sentimento della vita.
Platero y yo - il delicato affresco che allinea centotrentotto liriche in prosa di Juan Ramón Jiménez - è una sequenza di quadri narrativi nei quali il grande poeta spagnolo immagina di parlare con il suo asino. Di tali 'quadri' Castelnuovo-Tedesco ne scelse accuratamente ventotto, rivelando un talento magistrale nel trovare la misura per inserirsi con musica di eccellente fattura nella trama del capolavoro di Jiménez. Il dialogo tra il narratore e il musicista scorre intenso e la musica non si limita a un semplice commento, ma collabora con il testo alla creazione di un unico discorso poetico.
In questa serata, Moni Ovadia e io presentiamo tredici liriche, individuate fra le più rappresentative. Esse rispondono, in termini sia poetici che musicali, ai nostri gusti. La selezione comprende anche una lirica (con la quale Ovadia apre la serata) che Castelnuovo-Tedesco non musicò ma che appare particolarmente significativa.
La performance termina, in morte di Platero, con l'esecuzione della Pavane pour une infante défunte di Maurice Ravel, trascritta da Castelnuovo-Tedesco per chitarra sola: una trascrizione rimasta inedita, che mi fu affidata nel 1995, cioè nel centenario della nascita del compositore, da uno dei suoi figli.


Nato a Firenze nel 1895, Mario Castelnuovo-Tedesco divenne presto uno dei compositori più eseguiti e conosciuti della sua generazione. Fra i grandi che frequentarono con amore la sua musica, si ricordano Toscanini, Heifetz, Piatigorski, Gieseking e Segovia.
Dopo la promulgazione delle leggi razziali in Italia il compositore riuscì, con il sostegno di Toscanini e di Heifetz, a rifugiarsi con la famiglia negli Stati Uniti dove rimase fino alla morte, nel 1968.
Grazie alla sua fiducia nelle potenzialità espressive della chitarra, e anche all’amicizia e alla collaborazione con Andrés Segovia, Castelnuovo-Tedesco dedicò a questo strumento numerose composizioni.
Pur avendo scritto sempre in modo molto tradizionale, il musicista fu uno dei primi a comporre nel XX secolo un concerto per chitarra e orchestra. Inoltre, egli sperimentò audaci abbinamenti, proponendo per la chitarra combinazioni inconsuete come è nel caso di questo Platero y yo per voce narrante e chitarra.

Emanuele Segre


Testo di Juan Ramón Jimènez

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