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La battaglia, intrapresa dal Parco nazionale dei Sibillini contro i cinghiali sarà condotta con nuovi sistemi. Per ridurre la pressione sul territorio e tutelare l'ambiente, finora l'Ente ha praticato l'abbattimento selettivo utilizzando cacciatori specializzati. Dal prossimo anno, invece, si punterà alla cattura e alla successiva commercializzazione degli animali. L'operazione avverrà mediante recinti fissi o mobili da installare solo nelle Aree C del territorio del Parco e sui terreni coltivati a lenticchia di Castelluccio. Saranno autorizzati fino a un massimo di quattro recinti per provincia, distribuiti su territori di Comuni diversi. Potranno costruire e gestire i recinti solo gli imprenditori agricoli proprietari o conduttori di fondi all'interno del Parco o di comunanze agrarie. Per aver l'autorizzazione bisognerà partecipare alla selezione indetta dall'ente. I gestori dovranno inoltre conseguire l'abilitazione frequentando un apposito corso. Il Parco vigilerà anche sull'utilizzazione della “biomassa” del cinghiale catturato. Dovranno essere rispettate le norme contro il maltrattamento e per la trasformazione degli animali. Quindi i cinghiali potrebbero rappresentare una nuova fonte economica per alcuni residenti. Dopo il secondo anno di attivazione dei recinti, però, il Parco potrà prevedere il versamento a proprio favore di una somma che comunque non renda svantaggiosa l'attività per il gestore.
Il Resto del Carlino
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