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La storia di Amina Kurani, la donna nigeriana condannata alla lapidazione perché madre di una bambina al di fuori del matrimonio, è stata rievocata in seno al Consiglio provinciale di Macerata che, sulla questione, ha assunto una precisa posizione. Infatti, un Ordine del giorno – introdotto dal presidente Giulio Pantanetti – è stato votato all’unanimità contro la condanna a morte di Amina, giudicata colpevole da un tribunale islamico in base alla legge “Sharia” che ancora oggi viene applicata in dodici Stati africani. Il Consiglio provinciale, rivolgendosi al presidente della Repubblica federale nigeriana, al Parlamento e al Governo italiani, chiede che “la condanna a morte (per una colpa inesistente) non venga eseguita e che venga concessa la grazia ad Amina Lawal Kurani, affinché possa vivere da donna libera e possa crescere sua figlia”. In particolare, al presidente nigeriano chiede un impegno a eliminare l’applicazione della “Sharia” e a rispettare il Codice penale ufficiale della Nigeria, mentre invita i parlamentari e i membri del Governo italiano a prendere ogni opportuna iniziativa nei confronti del Governo nigeriano. L’Ordine del giorno sarà ora trasmesso alle massime cariche istituzionali del nostro Paese, all’ambasciata nigeriana in Italia e al presidente della Repubblica in Africa. Inoltre, con l’auspicio che altri enti lavorino con i mass media e l’opinione pubblica a favore della causa di Amina, la Provincia di Macerata invierà il testo dell’Ordine del giorno approvato anche al Consiglio regionale delle Marche, alle altre Amministrazioni provinciali della regione e ai Consigli comunali del nostro territorio.
TM6 - TeleMacerata
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