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Il tour teatrale di Paola Turci nasce dal desiderio di suonare per comunicare l’incanto, la dolcezza, la stizza e l’ironia nei confronti della vita e di se stessa, il desiderio di mettersi in discussione e ridefinire e riaffermare un’identità. Il concerto ha una struttura narrativa: racconta infatti il percorso artistico di Paola, le sue evoluzioni e le intersezioni con l’esperienze di vita vissuta. Suddiviso in due tempi, si apre con lei sola sul palco con la sua chitarra: un’immagine che ricorda quella degli esordi, sul finire degli anni ottanta, quando la musica italiana riscopriva la canzone d’autore al femminile, quando la Turci vinse a Sanremo nel 1986 con il brano “L’uomo di ieri” il primo di numerosi Premi della Critica. Allora Paola era detta “cantautrice” sebbene interpretasse brani firmati non esclusivamente da lei come il suo primo successo “Mi chiamo Luka”, una cover di Suzanne Vega. Da quegli esordi a Questa parte di mondo, ultimo album pubblicato per l’etichetta discografica Nun Entertainment e decimo della sua carriera artistica, moltissimi eventi ed emozioni ne hanno segnato la vita e arricchito la musica: tanti dischi, collaborazioni prestigiose, partecipazioni a Sanremo. Molte sue canzoni fanno parte della storia della canzone d’autore italiana: “Bambini”, “Stato di calma apparente”, “Io e Maria”scritta per lei da Luca Carboni, “Ragazze”, “E allora balliamo”, tratta dall’album della svolta rock “Una Sgommata e Via” (1995) e firmato anche da Vasco Rossi. Anche l’album successivo “Oltre Le Nuvole” (1997) conferma la svolta pop rock: è un grande successo (disco di platino) contiene il brano “Sabbia bagnata”, scritta in coppia con Carmen Consoli, sua fan da anni. Con la Consoli scrive anche “Saluto d’inverno”, contenuta nell’album “Mi Basta Il Paradiso” (2000), che conferma la sua vena felice veniva compositiva. Ed è per questo che ad una prima parte del concerto, densa di atmosfere intime e romantiche, fa seguito una seconda parte, quella elettrica, in cui Paola propone i brani più aspri e rabbiosi, le canzoni in cui lascia libera espressione al desiderio di urlare. E’ proprio la sua interpretazione a dare la connotazione emotiva delle canzoni, mentre l’alternarsi di momenti più sospesi con sonorità più acide ed aggressive disegna l’autoritratto di una donna autonoma, che scopre in sé “l’energia d’un fiume in piena”, ma capace anche di rivolgere uno sguardo attento e meravigliato a ciò che la circonda, ai dettagli intorno a lei – volti, sorrisi – o agli incontri con persone e culture diverse. Accompagna Paola una band ben affiatata: Cristiano Micalizzi alla batteria, Fernando Pantini alle chitarre, Francesco Chiari al basso, Gianluca Misiti alle tastiere e rhodes. Anche il progetto luci, semplice ed essenziale, fornisce un contributo importante alla funzione narrativa suggerendo uno spazio e un tempo diversi e sospesi.
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