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Si conclude con un Patto, l’anno internazionale delle montagne nelle Marche, per proseguire, quattro anni dopo, nel cammino delineato dalla Carta di Fonte Avellana firmata nel 1998. Data in cui ha cominciato simbolicamente a segnare il tempo, l’Orologio della Montagna che oggi può certamente spostare le lancette in avanti. Un atto concreto, quindi, che suggella l’impegno della Regione e dell’UNCEM per lo sviluppo della montagna. “Alleanza strategica”,con il coinvolgimenti degli altri soggetti istituzionali della regione, come è definita nel protocollo di intesa, per rilanciare le garanzie per una “montagna salvaguardata” che sia risorsa per l’intera regione. L’anno della Montagna è stato onorato nelle Marche con un approfondito percorso di confronto e dialogo con il territorio: da Fonte Avellana ad Amandola, da Urbino a Fabriano e infine, oggi, a Camerino, come esempio di valorizzazione altamente qualitativa del proprio patrimonio e territorio, sottolineato anche dal sindaco Mario Giannella nel suo intervento di saluto. L’obiettivo generale del documento di intesa - siglato dal vicepresidente e assessore regionale agli Enti locali, Gian Mario Spacca e da Assunta Paci, presidente dell’UNCEM Marche nella splendida cornice del Teatro Filippo Marchetti- è quello di “consolidare e rivitalizzare il tessuto sociale , economico, culturale dei territori montani, nel quadro dello sviluppo sostenibile,” dando così l’avvio ad una sfida economica e culturale di vastissima portata. Al primo punto del documento è scritto l’impegno a far riconoscere nel nuovo Statuto regionale, la specificità dei territori montani e il valore per la collettività marchigiana nonché il ruolo essenziale delle Comunità montane, enti locali e Unione dei Comuni, nel processo di cooperazione istituzionale, sviluppo e tutela della montagna. Nell’ottica della partecipazione e della concertazione diffusa ci sarà l’istituzione di una Conferenza permanente della Montagna, come momento di confronto e coordinamento fra i territori e gli interventi da attuare, di un tavolo tecnico–politico per la revisione della legislazione regionale e nazionale sulla montagna. Saranno , inoltre, studiate le modalità per restituire alla montagna parte delle risorse che derivano dall’uso del territorio ( idriche, energetiche, ecc.), come di attivare meccanismi di riorientamento della spesa per la prevenzione del dissesto idrogeologico e tutela del territorio, con riconoscimenti economici all’opera di salvaguardia svolta dalla popolazione residente. La Regione trasferirà inoltre i beni demaniali forestali alle Comunità montane. Infine, sarà sostenuto un piano di infrastrutturazione informatica pluriennale che interesserà nel corso degli anni l’intero territorio montano della regione. Visibilmente soddisfatto il vicepresidente Gian Mario Spacca , assessore agli enti locali, promotore del Patto insieme ad Assunta Paci. “ Sono felice – ha detto- che oggi diamo contenuto agli impegni assunti nel corso dei vari confronti che hanno preceduto questa giornata conclusiva. Del resto ho sostenuto più volte la necessità di una politica pattizia , anche tra comuni, perchè la reciprocità consente di dare e ricevere il meglio delle varie specificità . Anche e soprattutto per cogliere rapidamente le opportunità di rinnovamento culturale che la tecnologia ci offre. La rete è, infatti, uno straordinario strumento di collegamento, di dialogo e di ottimizzazione dei servizi. Per questo la Regione si impegnerà a “costruire autostrade informatiche” che superino gli ostacoli geografici della montagna. L’innovazione è il concetto –chiave per aumentare lo sviluppo e fare sistema.Un sistema – ha ribadito Spacca- che non dimentichi ma che, invece, sia portatore di quei principi sanciti dalla Carta di Fonte Avellana e che sia consapevole che per crescere occorre comunque una concertazione, concetto abusato ma sempre valido e che assume un significato particolare nel Tavolo interdisciplinare di Fonte Avellana. Perché è dalla capacità di intepretare i bisogni del territorio e di condividere le scelte che si misura l’efficacia di un sistema.“ “Questo protocollo – ha detto Assunta Paci- è la sintesi delle istanze emerse dai territori montani e dall’intelligente serie di incontri che si è svolta sul ruolo della montagna per l’intera collettività. Un approccio nuovo , una mentalità diversa che si richiama non genericamente alla montagna come aree depressa da assistere, ma valorizza la specificità di un territorio dove risiede circa il 20% della popolazione regionale nel 60% del territorio. Vi sono realtà forti in montagna, ma purtroppo anche aree deboli ed è a queste che dobbiamo pensare. La Comunità Montana ha svolto in questo senso un lavoro importante, ascoltando e interpretando i bisogni della popolazione, rispondendo con forme associate di gestione dei servizi, facendo in modo di mantenere livelli adeguati alle esigenze e soprattutto, armonizzando le realtà e dando coesione al territorio per poi far emergere i valori di ciascuna identità.” Il concetto di sistema è stato ripreso anche dall’assessore regionale all’Ambiente Roberto Ottaviani che ha presieduto questa giornata conclusiva dal titolo “ La Montagna marchigiana. Il cammino percorso , gli impegni da assumere.” “Occorre ripensare ad un sistema di rete - ha detto- dove tutti siano compartecipi. Del resto si è colta nei diversi incontri una forte volontà di rilancio, un’attenzione evidente che investe tutte le istituzioni, riconoscendo il ruolo fondamentale delle Comunità montane in questo processo di sviluppo. Ma per rilanciare il progetto bisogna anche riflettere sugli ambiti ottimali e su una efficace organizzazione amministrativa ,”sul chi fa che cosa”, evitando il rischio di sovrapposizione di livelli governativi. Abbiamo il dovere di semplificare la vita al cittadino e di privilegiare rapporti diretti e dare chiari punti di riferimento. “ L’assessore al Turismo Lidio Rocchi, ha sostenuto la necessità di integrazione tra costa ed entroterra già avviata dalla Regione, ma non sempre colta come fattore di sviluppo dai territori montani “ non in competizione ma insieme- ha sostenuto-, soprattutto in materia di aumento della recettività turistica e recupero dei borghi storici con la finalità di creare un’offerta qualitativa che il turista chiede sempre più frequentemente.” Tra gli altri interventi , quello del presidente della Provincia di Macerata, Sauro Pigliapoco che ha sottolineato, dopo l’illustrazione di un quadro operativo degli interventi da parte dell’amministrazione provinciale , come queste iniziative di incontro abbiamo creato un “humus fertile” per rivitalizzare il tessuto socio-economico dei territori montani e per creare le premesse per uno sviluppo ecosostenibile. Quindi Enzo Giancarli, presidente della provincia di Ancona e il presidente della Comunità montana di Camerino, Mauro Falcucci che ha evidenziato come l’abbandono della montagna provoca disastri per tutto il territorio e inoltre, il ruolo di tutela del territorio svolto dalla popolazione montana, nonché l’esigenza di applicare un vero sviluppo ecosostenibile come eredità da lasciare alle nuove generazioni. Dom Salvatore Frigerio presidente del Collegium Scriptorium di Fonte Avellana ha ribadito il valore della Carta di Fonte Avellana come pietra miliare nel processo di cambiamento dal concetto di montagna “problema “ a quello di “opportunità” e risorsa. “La Carta insegna soprattutto ad ascoltare tutto e tutti e invita ad approfondire i temi, a non intendere la montagna come ‘riserva indiana’ ma il risultato di testimonianze, ricerche, fatiche, lotte e successi e a progettare per il futuro.” La giornata è stata caratterizzata anche da esperienze nazionali ed internazionali. Sono intervenuti infatti, anche lo spagnolo Dionisio Miguel Recio direttore generale della Fondazione SIGLO della Giunta de Castilla y Leon e Francesco Pifferi della Comunità montana della Garfagnana che ha sottolineato come in Toscana si punti ad una valida immagine complessiva, attraverso i valori e i marchi di qualità della montagna soprattutto nelle produzioni tipiche .
TM6 - TeleMacerata
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