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PROBIO, il programma nazionale che tramite lo sfruttamento di combustibili di natura biologica (più brevemente biocombustibili) intende ridurre i gas in atmosfera come previsto dal protocollo di Kyoto, prenderà il via con il progetto interregionale ‘filiere biocombustibili dal girasole’ a cui la Regione Marche partecipa come capofila insieme a Emilia Romagna e Veneto. La spesa globale è di 934.800 euro di cui 547.444 a carico del Ministero delle Politiche Agricole e il resto delle Regioni con le Marche impegnate in maggior misura rispetto alle altre con 111 mila euro. Parteciperanno anche altri soggetti per un totale di 198 mila euro. L’iniziativa è stata decisa dalla Giunta regionale su proposta di Luciano Agostini, Assessore all’Agricoltura, settore nell’ambito del quale si svilupperà il progetto. L’Assessore ha sottolineato l’importanza di un programma che attua meccanismi virtuosi della politica ambientale e socioeconomica marchigiana e contemporaneamente integra l’azione e le conoscenze di vari settori della struttura regionale: dall’agricoltura, all’industria, all’ambiente con risultati d’eccellenza, pur in un microsettore. Sono previste azioni dimostrative e divulgative a forte caratterizzazione territoriale e in grado di stimolare lo sviluppo della filiera agro-energetica per introdurre l’uso di biocombustibili come il girasole ( o meglio i suoi oli soprattutto allo stato grezzo), ma che sperimentalmente vengono attuate altrove anche in filiere di altre materie prime: il legno, le paglie, gli oli vegetali, il biogas e le biomasse. La filiera del girasole s’inserisce come strumento dello sviluppo sostenibile delle Marche. Questa coltura oleaginosa è importante perché dalla spremitura provengono oli alimentari e i semi sono usati nell’alimentazione degli animali. E’ essenziale inoltre nell’alternanza per i programmi delle colture di rinnovo. Altra caratteristica non sottovalutabile è la sua diffusione che ne ha fatto un elemento tipico del paesaggio marchigiano. E’ nota poi la diffusione nelle Marche di aziende di spremitura che possono differenziare il reddito per la produzione, come previsto da Probio, di combustibile per autotrazione (autobus) o altri usi con buoni risultati e basso impatto ambientale. Nelle piccole e medie imprese agricole, ma anche industriali, il girasole può dar vita a cicli chiusi: dalla coltivazione all’uso per combustione. Attorno questo prodotto può nascere una microeconomia integrata fra vari settori con risultati interessanti per la tutela ambientale.
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