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“Non abbiamo mai avuto la sensazione che qui fossimo braccati. Anzi i miei trovarono rifugio ed ospitalità in una città dove tutti sapevano ma dove tutti fecero in modo che il segreto rimanesse tale per salvare a papà e mamma, ed a noi figli, la vita”. Così i fratelli Frida, Elio e Riccardo Di Segni sono tornati, nel corso del programma di Rai Due “Sorgente di Vita”, a presentare il loro grazie ai settempedani ed a San Severino Marche che, di recente, li ha nominati cittadini onorari. Le telecamere della rubrica di cultura ebraica, a cura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, hanno mostrato più volte i volti dei Di Segni insieme a quelli di chi, a Serripola come a San Severino, offrì loro un rifugio sicuro: “Una comunità in cui tutti stavano insieme, tutti davano: questa è San Severino – ha ripetuto Elio Di Segni, medico e docente all’Università di Tel Aviv, aggiungendo - Non abbiamo mai avuto in famiglia, nemmeno noi bambini, noi ragazzi, la sensazione che qui fossimo braccati. La sensazione era completamente diversa. I miei erano arrivati in un posto dove stavano fra la gente che li appoggiava senza avere la sensazione di ricevere beneficenza. Si sentirono membri di una comunità in cui ognuno metteva del suo. C’era questa sensazione di appartenenza. E questa è una sensazione straordinaria”. Suo fratello, Riccardo Di Segni, rabbino capo della comunità ebraica di Roma, all’epoca non era ancora nato ma a “Sorgente di Vita” ha raccontato: “A casa abbiamo conservato la memoria di quegli anni. E’ una memoria per alcuni aspetti angosciante: la fuga, le difficoltà di adattamento, l’inverno micidiale, i rastrellamenti, i continui spostamenti. Accanto a questo c’è stata, come ci hanno sempre ripetuto i nostri genitori, anche la storia di partecipazione alla Resistenza ed anche la parte che ha avuto la cittadinanza nella solidarietà, nel nascondere, nel far finta di niente”. Frida Di Segni Russi, farmacista e scrittrice, ha invece rievocato così i dieci mesi vissuti a San Severino: “Il parroco della frazione di Serripola, dove trovammo ospitalità, ci aveva indicato come una famiglia a cui non bisognava chiedere niente ma che andava aiutata con tutto quello che si poteva perché, concluse il discorso, non hanno da magnà”. A queste voci nel corso del programma “Sorgente di Vita” si è poi aggiunta la voce di Maria Luisa Strampelli, discendente della famiglia che offrì ai Di Segni ospitalità: “Era un essere fratelli, essere vicini”. I ricordi, in quella che la redazione del programma di Rai Due ha definito come “Una giornata particolare”, si sono poi conclusi con l’intervista a monsignor Edoardo Menichelli, oggi arcivescovo di Ancona – Osimo: “Ricordo molto bene i Di Segni, il papà medico di Elio e Frida. Con loro ho trascorso molte giornate della mia infanzia. Una foto ci ritrae insieme, con le “carzole corte”, mentre giochiamo”. Lo speciale del programma di Rai Due “Sorgente di Vita” si può vedere su Internet all’indirizzo http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-eb316393-63f0-4ae7-9c62-7d44e5665e03.html?refresh_ce
Comunicato Stampa
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