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Suscita l’emozione di chi ha vissuto il dolore della guerra e la gioia della Liberazione, la commozione di chi è sopravvissuto ai bombardamenti del 1944 in vicolo della Nana e della Rota, lo stupore dei giovani che conoscono per la prima volta, e così da vicino, la storia della propria città. Entusiasmo, ricordi e tanta voglia di conoscere: è una combinazione di sensazioni dalla Liberazione alla Ricostruzione, la mostra documentaria sul decennio 1944-1954 organizzata dal Circolo culturale De Gasperi in occasione dei 60 anni dalla Liberazione di Macerata e del Cinquantenario della morte del grande statista italiano. Un successo testimoniato anche dai circa mille visitatori nei primi tre giorni di apertura al pubblico, tant’è che gli organizzatori hanno deciso di prorogare la mostra da giovedì 25 a domenica 28 novembre. Sullo sfondo degli avvenimenti nazionali ed europei del dopoguerra, il percorso storico espositivo si sviluppa in una raccolta di immagini e documenti sui 10 anni fondamentali della nostra storia locale, suddivisi in quattro momenti: Macerata in armi; bombardata; liberata; ricostruita. La Galleria diventa così lo scenario degli anni bui del coprifuoco e della chiamata alle armi per il Nord e la Germania, dei rastrellamenti di partigiani, del mercato nero e dei razionamenti dei viveri, dei bombardamenti alleati, delle macerie e delle oltre 100 vittime civili. Finché, il 30 giugno 1944, la Banda Nicolò del comandante Pantanetti, con Pinci e Moretti, i paracadutisti della Nembo e le divisioni polacche liberarono Macerata. La mostra, allora, ripercorre quei giorni di irripetibile felicità e poi la ricostruzione, difficile ed esaltante, sotto la guida del sindaco Perugini, con i suoi provvidi rifornimenti di legna da ardere e di carbone, con le sue fontanelle ma anche con i nuovi quartieri oltre il centro ed i borghi e la centrale idroelettrica di Caccamo. Dappertutto si ricostruiscono case, ponti, strade, fabbriche. Tommaso Martello è il primo presidente eletto della Provincia, ma tanti sono i maceratesi illustri che si fanno strada a livello nazionale: Umberto Tupini, ministro del Lavori pubblici, Enrico Mattei, fondatore della nuova Agip e dell’Eni, don Federico Sargolini, assistente nazionale della Gioventù di Azione Cattolica, Arturo ed Ermanno Ghergo, i fotografi dei vip, l’attore moglianese Girotti, il centauro Moretti. La gioia di vivere esplode nelle feste dei fiori, dell’uva, degli uccelli, rinascono la cultura, l’arte, lo sport; i partiti, le associazioni, i sindacati; il confronto politico si fa appassionato, come testimoniano i manifesti di propaganda elettorale; le trasformazioni agricole, sociali ed industriali rilanciano la qualità della vita. La mostra, da non perdere, rimarrà aperta tutti i giorni fino al 28 novembre con il seguente orario: 9.30 - 12.30 e 16.30 - 19.30.
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