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L’ESPERIENZA LOCALE PROIETTATA SU SCALA EUROPEA
Ha avuto una vasta eco nazionale, grazie anche all’opera dei mass media, il convegno su “Le città invisibili” organizzato all’Abbadia di Fiastra da “Amnes” (l’associazione per la cooperazione culturale che unisce le Province di Arezzo, Ascoli, Macerata, Perugia, Rieti, Teramo e Terni), dall’Upi nazionale e da “Federculture”, in collaborazione con l’assessorato ai Beni culturali della Provincia di Macerata. Alla “due giorni” di lavoro sono intervenuti convegnisti da diverse regioni, persino dalla lontana Sicilia. Si è parlato dei beni culturali dell’Italia minore, della loro gestione e della loro conservazione, specie di fronte alla scarsità di risorse destinate al settore e al rischio di svendita di parte del patrimonio a seguito del Decreto sul silenzio-assenso. L’assessore provinciale di Macerata, Renato Pasqualetti, moderatore del convegno, ha riassunto così il clima del dibattito: “E’ emersa molta preoccupazione, temperata però dalla consapevolezza del grande valore ancora inespresso dall’Italia cosiddetta minore”. Preoccupazione perché “le nuove regole annunciate dal governo pongono vincoli e prescrizioni che, adeguati forse per i grandi poli museali, rischiano di strangolare le realtà delle città invisibili disseminate lungo lo ‘Stivale’ e ricche di tratti fondamentali della nostra identità nazionale”. Nella provincia di Macerata, ad esempio, ci sono 104 musei: “gli standard loro richiesti non possono essere gli stessi applicati agli Uffizi o a Brera”. Al convegno sono state ricordate molte cifre. l’Italia vanta 3.554 musei, di questi ben 1.538 sono di proprietà dei Comuni; nel nostro Paese ci sono 1.423 teatri censiti, 574 dei quali appartengono ai Comuni. Le biblioteche sono quasi 30 mila, la maggior parte delle quali fanno capo ugualmente agli enti locali. In generale l’offerta del settore culturale italiano è in crescita da cinque anni: in aumento sia il numero di istituti aperti al pubblico (+12,5%) sia il numero dei visitatori (+20,6%). Nel 2001 le presenze nei sistemi museali locali hanno avuto un incremento dell’8% per le strutture statali e del 17% per quelle comunali. “C’è nella nostra gente – ha detto Pasqualetti – un istintivo, formidabile attaccamento alla propria terra. Ma questo da solo non basta: c’è da avviare una campagna di coinvolgimento dei cittadini nella valorizzazione del proprio territorio. Per tante zone periferiche dell’Italia il turismo culturale può crescere fino a diventare un settore di primaria importanza, perché ha anche il vantaggio di generare una ricchezza assai diffusa”. Particolarmente rilevante, infatti, per il nostro Paese, è il settore del turismo culturale: dei circa 900 milioni di presenze turistiche avute nel 2001, ben il 23% è stato registrato nelle città d’arte. Intanto l’esperienza italiana di Amnes si espande a livello europeo. Le stesse sette Province del centro Italia con altri 17 enti locali (Province o dipartimenti) di Finlandia, Grecia, Spagna, Ungheria, Bulgaria e Polonia, hanno costituito la rete “Toile” per la cooperazione culturale. L’associazione ha lo scopo di promuovere azioni su scala europea per la salvaguardia e la valorizzazione, anche turistica, del patrimonio storico, artistico e monumentale.
Comunicato Stampa
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